lunedì 24 settembre 2012

To G or not to G, that’s the problem!

Ovvero, la gravità: questa sconosciuta.

Sembra che, tra le forze della natura, la sfuggente legge di gravitazione universale sia la più bistrattata, almeno dalla cinematografia di fantascienza. Infatti regolarmente ne vengono trascurati gli effetti, per lo  meno per quanto riguarda la navigazione spaziale.

Eppure, nei film “seri” la gravità (o meglio la sua assenza) viene tranquillamente inclusa nella sceneggiatura: pensiamo alle scene di Apollo 13 oppure di 2001 Odissea nello spazio.
Apparentemente la scelta "to G or not to G" distinguerebbe la fantascienza “pura” dalla fantascienza “fantasy”. In quest’ultimo “genere”, pare, ogni astronave che si rispetti ha un sistema di simulazione della gravità nascosto sotto il pavimento.

Star Trek e Star Wars non fanno eccezione: tutti si dimenticano che, una volta slacciate le cinture di sicurezza, i personaggi dovrebbero svolazzare in giro. E, invece, se ne stanno lì, con i piedi ben piantati sul pavimento.

Mi chiedevo il motivo di questa “distrazione”.

Potrebbe essere una questione di budget? Evidentemente le scene sono girate in luoghi soggetti ad una gravità terrestre e far svolazzare gli attori richiederebbe un effort aggiuntivo. Certo che è un po’ più difficile da spiegare nelle nuove realizzazioni, che sono ad alto contenuto di effetti speciali!

Naturalmente, nei recenti sequel di vecchie produzioni c’è una semplice questione di coerenza filologica: visto che il personale non galleggiava nel vuoto nella serie classica, non galleggia nemmeno nei sequel e nei remake. Tuttavia nulla impedirebbe di immaginare un prequel in cui non ci sono ancora supersincrotroni miniaturizzati sotto i pavimenti, oppure un episodio in cui il cattivo di turno sabota la gravità artificiale.

Con il "prequel" (spin off?) di Alien Prometheus, si è persa una buona occasione, visto che l'androide David fa tranquillamente jogging per i corridoi dell'astronave mentre questa è ancora in navigazione. Evidentemente i supersincrotroni (o, forse, si tratta di generatori di particelle di Higgs?) non sono stati dimenticati a terra .

Certo la gravità artificiale potrebbe anche semplicemente guastarsi.

Questa ultima evenienza è, però, la più improbabile, visto che (nonostante i prodigiosi quantitativi di energia che dovrebbe consumare) il simulatore di gravità funziona anche quando l’astronave è messa a mal partito, con le luci rosse di emergenza accese, le sirene che ululano, i pannelli elettrici che sprigionano cascate di scintille ed i membri dell’equipaggio non protagonisti accasciati sulle consolle…

Potrebbe essere anche una sorta di ultima risorsa: “Non abbiamo abbastanza energia per resistere all’attacco dei malvagi Blorg, signore!” “Deviate tutta l’energia al deflettore di babordo!” “Ma, signore, non potremmo piuttosto disattivate il simulatore di gravità?” “Sei impazzito?! Lo sai quanto costerebbe alla produzione farci svolazzare in giro in assenza di peso?!!”.

Purtroppo sembra che nessuno sceneggiatore abbia ancora pensato a questi sviluppi.